25 dicembre 2007

Pills of Christmas' time (and more)

Ricorderò così questo Natale 2007.
Ricorderò questa canzone.

Ricorderò come si vive per un mese quando hai una porta per/da il mondo e non puoi usarla.
Ricorderò di dire buongiorno alla prossima ragazza che mi confezionerà un pacchetto regalo.
Ricorderò che lavoro, esami e febbre a 39° sono un cocktail pericoloso che può far impazzire, ma che se lo mandi giù tutto d'un fiato, alla goccia, può darsi che tu rimanga vivo per raccontarlo e che tu sia troppo elettrizzato all'idea di essere sopravvissuto da non credere di esservi riuscito.
Ricorderò che le persone capaci di sorprenderti spuntano nella tua vita nei modi e nei tempi più inaspettati e che ti ci puoi affezionare anche se non li conosci dalla prima elementare.
Ricorderò che gli schemi con cui hai ragionato ieri, oggi possono essere già troppo antiquati e che mantenere la mente elastica non è qualcosa che si fa col Brain Training del Nintendo DS, ma un esercizio di scandalo continuo tra te e l'immagine che hai di te.
Ricorderò quella ragazza che mi invitò a sorridere in un momento di tristezza mostrandomi le cicatrici di un intervento da cui si era salvata dopo due notti di rianimazione.
Ricorderò infine quel violoncello e quel Bach e quella donna che suonava divinamente a Via del Babuino; ricorderò che, mentre fumavo seduto accanto a lei con gli ultimi pacchetti appoggiati sul marciapiede, sono stato sereno per un pò.

Best wishes. Andrea

20 novembre 2007

Working Class Hero


Oggi mi voglio dedicare una canzone. Di motivi ce ne sono diversi.
1.Innanzitutto un titolo di questo tipo, in questo periodo, riesce a esaltarmi particolarmente (intendiamoci..non perché io mi posso definire un eroe della classe lavoratricè, né tantomeno perché risveglia in me sentimenti pseudo-sovietici). Mi esalta perché riesco a inquadrarmi in un ruolo e questo ruolo sembra piacermi; mi sento attivo, scattante, anche nevrotico (che non guasta) e tutto questo mi piace, mi piace da impazzire. Come si dice nuovi lavori, nuovi oneri, nuove responsabilità. Che si aggiungono a quelle esistenti, prioritarie, e insieme si sommano, si intrecciano, stabiliscono un legame temporale e psicologico.
2.Inoltre ho notato che una volta postate, le canzoni sembrano sbucar fuori improvvisamente nel bel mezzo della programmazione Virgin Radio. Quindi ne approfitto per fare una scorpacciata di buona musica (che devo dire su quella radio non manca mai).
3.Infine volevo postare qualcosa con etichetta "musica" perché (forse) fra pochi giorni il mio curriculum musicale sta per essere felicemente aggiornato con un chiacchieratissimo concerto degli Editors allo storico club capitolino Piper. Quindi questa settimana sarà particolarmente dedicata alla sezione "musica" e questo vuole essere il post di introduzione.

12 novembre 2007

Sorridere fa male..

..se hai una cicatrice ai lati della bocca. Presente? Ti scotti magari ..che ne so..con una patata bollente o ti tagli tenendo tra i denti un foglio di carta (ma ce ancora chi lo fa?), ed ecco il danno. Un taglietto insidioso, facinoroso, fastidioso. Ovunque la vostra epidermide cerchi di tappezzare il buco di fragili ostie di pelle, non sarà quella bella pelletta elastica che assecondava tutti i vostri movimenti, le vostre parole, le vostre urla, i vostri sorrisi appunto. Sta sempre lì, la piaga. Si innervosisce, si spazientisce, si apre, scozza un pò di sanguetto acquoso, si rificca sotto quella sua vestaglia farlocca, come il dormiglione che tira su le coperte quando entra la luce dalla finestra e si scopre i piedi. Non cicatrizza mai, deve farti passare almeno per tutti i gironi dell'Inferno e poi, forse, ti abbandona, quando ormai molto probabilmente hai del tutto perso il sorriso. Così ridere a metà diventa qualcosa di più di un obbligo, diventa un mestiere. E l'equazione è facile: ridere a metà significa essere felici a metà. Perché se ridi vuol dire che alcune cose positive nella tua vita stanno accadendo, invece se ridi a metà è perché sì è vero stanno accadendo, ma non hai il diritto di godertele fino in fondo. E poiché nelle equazioni puoi scambiare i membri, sommare, sottrarre, dividere, fare radici, ti viene spontaneo chiederti: ma è venuta prima la cicatrice o prima hai imparato a ridere a metà? Cioè ridi a metà perché hai la cicatrice o hai la cicatrice perché ridi a metà? In fondo, non ricordo davvero più perché mi ritrovo questa feritoia ai lati della bocca. Quindi si finisce per cadere in contraddizioni di questo tipo, da cui uscire è facile quanto uscire dalla frase è nato prima l'uovo o la gallina. E tutto ciò che di positivo sta succedendo nella mia vita, lo dimezzo, la lascio nel piatto, forse lo rimetto in frigo per periodi più affamati. Già, perché la fame è brutta ma a volte è anche bella, perché la privazione di una sensazione o di un sentimento è di norma molto più forte del suo soddisfacimento. Vorrei solo essere capace di godere (o dolermi) di tutto ciò che accade nella giusta misura, in the right way.
Domani forse aggiungerò una pagina importante del mio novembre/dicembre duemilaesette. E vorrei poter ridere senza sanguinare.

6 novembre 2007

Riti misterici


"E' bellissimo!"
"Sì, è una meraviglia, ma come avrà fatto?"
Ma dove?
"Lo dicevo io che aveva talento, guarda che linee, che morbidezza nel tocco, che eleganza.."
"Hai ragione mia cara, il suo genio segnerà profondamente il corso dell'arte contemporanea, me lo sento.."
Ma io non vedo nulla, signora mi scusi può spostarsi un secondo?
"Ehi Carlo stai guardando? Non ti sembra incredibile? Hai mai visto nulla di più bello?"
"Già, non smetterò mai di ringraziarti per avermici portato. Sandra che ne pensi?"
"Shh, ti prego, non rovinare questo momento, sono preso dalla contemplazione.."
"E' stupendo, caro, starei a guardarlo per ore.."
Signori scusatemi dovrei passare..mi scusi..signora può spostare cortesemente il passeggino?..
"..e poi vuoi il mio parere? Lui sa 'far sentire' l'opera come nessun altro.."
"..ma anche il corso del pensiero, dell'estetica.."
"..è vero cara guarda anche il nostro angioletto come osserva senza far rumore.."
Signori ma insomma un pò di educazione! Anch'io ho diritto di vedere..lasciatemi passare!..
"..finalmente qualcuno che sa fare il suo mestiere.. guarda un pò questo colore sembra uscire dalla tela, guarda Enzo, guarda.."
"..mi hanno detto che tutta l'Europa muore dalla voglia di ospitare una sua mostra..lo sapevi che.."
"..e così mi sono deciso a venire..non sai però.."
"..che spettacolo.."
"..non sarà più lo stesso.."
..con permesso..si sposti per cortesia..ma dov'è..signore si faccia da parte su..ma dov'è??

29 ottobre 2007

In The Deep

Thought you had
all the answers
to rest your heart upon.
But something happens,
don't see it coming, now
you can't stop yourself.
Now you're out there swimming...
In the deep.
In the deep.
Life keeps tumbling your heart in circles
till you... Let go.
Till you shed your pride, and you climb to heaven,
and you throw yourself off.
Now you're out there spinning...
In the deep.
In the deep.
In the deep.
In the deep.
And now you're out there spinning...
And now you're out there spinning...
In the deep.
In the deep.
In the deep.
In the silence,
all your secrets, will
raise their worried heads.
Well, you can pin yourself back together,
to who you thought you were.
Now you're out there livin'...
In the deep.
In the deep.
In the deep.
In the deep...
Now you're out there spinning...
Now you're out there swimming...
Now you're out there spinning...
In the deep.
In the deep.
In the deep.
In the deep...

23 ottobre 2007

La Rivoluzione Silenziosa. He's The Man.



"Clocks"è un clamoroso plagio degli anni '80, Del Piero vince il Pallone d'Oro, Lory Del Santo è la prima donna Presidente del Consiglio nella storia della Repubblica e Simona Ventura assume la conduzione di Quark....


Peter Van Wood inaugura la 'rivoluzione silenziosa' che lentamente stravolgerà tutte le nostre indefesse certezze e trasformerà i nostri incubi in solide realtà.


Ecco qui come è nata una rivoluzione.

16 ottobre 2007

Il Circolo delle Idee Latenti

Dovunque vadano le nostre idee una volta partorite, esse si incontrano periodicamente in qualche stanza impolverata e dimenticata del nostro encefalo. Non se la passano male, forse neanche si annoiano, hanno tante cose da raccontarsi e cosa c'è di più bello di un confronto sereno tra progetti non ancora realizzati, o di un meeting fra sogni nel cassetto, o di un dibattito acceso fra ambizioni e intenzioni. Chissà cosa si dicono. Forse si danno consigli. Oppure si consolano l'una con l'altra dandosi energiche pacche sulla schiena ed elargendosi nervosi sorrisetti di circostanza.
Il fatto è che noi siamo del tutto all'oscuro di questo loro daffare. Ce ne accorgiamo solo in due occasioni: quando si incazzano, e allora il Circolo delle Idee diventa un circolo vizioso, un vortice, che ti confonde, ti sfiacca, ti lascia con quella fastidiosa sensazione che non stai facendo abbastanza, che non ci credi abbastanza; e poi (più di rado) quando cominciano a collaborare, e allora una dopo l'altra, senza nessun preciso ordine se non quello del Caso, vecchie e nuove, sagge e folli, utili e futili, le Idee si vanno a posizionare nei posti più appropriati, nei momenti più oppurtuni, nelle occasioni più adatte, e la tua giornata prende il famoso verso giusto, inizia il periodo 'attivo', operoso, galoppante, forse arrivi a una svolta e prendi il sentiero propizio, forse non cambia nulla nella tua vita ma ti senti comunque felice, realizzato.

Il punto è chiedersi se in questi occasioni noi esercitiamo una qualche forma di influenza sulle Idee o se abbiamo o meno la possibilità di assistere a questi incontri anche quando siamo coscienti, senza accontentarci di quelle sbirciatine notturne e fumose (come è nella natura dei sogni) dal buco della serratura di quella stanza.
E oggi questo punto lo lascio sospeso, perché ho delle Idee sulla risposta, ma stanno ancora borbottando, sono un pò indecise, quindi cambio punto di vista, divago.


Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.

15 ottobre 2007

Crash test (capolavoro)

E già il ritmo cala..ahia

Nuovi vestiti dell'imperatore? Manco per un caz. Dov'è quel bambino che a un certo punto si mette a urlare "ma il re è nudo!"? Ah eccoti..bè? Urla bamboccio su, questi vestiti sono fasulli, non esistono, è tutta una finzione. Questi post giornalieri non arrivano e non credo che arriveranno prossimamente..ma in fondo non potrebbe andare comunque molto meglio di così, non è proprio la mia attività preferita pensare tutti i giorni a 2-3 stronzate da mettere sul blog..quindi il re è nudo e resta tale. Aaaah..comodo eh? Ora mi faccio una passeggiata tutto ignudo in questi 9 giorni di silenzio stampa..che vedo..no anzi lasciamo stare.. ci sarebbero un bel pò di cose lassù alla fine della salita ma il re oggi è raffeddato e febbricciante, preferisce accasciarsi sul divano a sorbirsi un film horror di serie-B sul satellite.

6 ottobre 2007

Fulmini e saette



La quiete prima della tempesta. Non ha paragoni, non teme confronti. L'aria è densa, umida, scattosa, elettrica, nevrotica. Fulmini alti nel cielo. E' Tà Tc'iuàng, un'esagramma dell'I-Ching, vuole dire Grande Forza, Grande Energia, "ciò che è grande è luminoso" dice Confucio. E per me è come una chiamata alle armi, sento che finalmente la mia natura è in sintonia con il resto, come un personaggio di Cime tempestose. Una similitudine che diventa sineddoche. Quei fulmini a mezz'aria mi sembra di sentirli, mi sembra di vedere da tutte e due le parti dell'occhio, sempre la stessa immagine. L'I-Ching ti aiuta a ritrovare il contatto con l'Universo, e io oggi mi sento un pezzo di cielo, un pezzo nero, incazzoso, che sprizza scintille.
La pioggia è bella perché ti permette di camminare a testa alta anche sei stai piangendo, diceva Jim. Io aggiungo che la tempesta è bella perché puoi urlare e confonderti con i tuoni.

30 settembre 2007

Il dramma delle pigre domeniche pomeriggio




Ascolto "The Weight of the World" di questi Editors fottutamente geniali. Mi sembra di sentirlo, il peso del mondo; ma no, ovviamente non è lavoro per me, non è lavoro per le mie spalle.

Eppure qui qualcosa pesa. Mi giro. Non c'è nulla.

Ci penso su. Ho come l'impressione di sapere cos'è. Ha a che vedere con la piuma e il sasso di Galilei. Lasciati cadere nel vuoto, toccano terra allo stesso istante.

Nel vuoto..

E qui intorno di vuoto ce n'è parecchio.
Secchiate di aria mi stanno massacrando la schiena.

E mi chiedo perché? penso ad un giorno d'incantesimo
e delle giostre d'ore troppo uguali mi ripago..

Mi alzo.

Cambio canzone.

28 settembre 2007

In support of our incredibly brave friends in Burma..



«Che noi possiamo essere completamente liberi da tutti i pericoli, da tutti i dolori, dalla povertà e che la pace regni nei nostri cuori e nel nostro spirito».



In support of our incredibly brave friends in Burma: may all people around the world wear a red shirt on Friday, September 28. Please forward!

26 settembre 2007

Se non avessimo limiti, non potremmo superarli

Paradossalmente, con un tubo catodico sempre più arido, questi mini-capolavori del marketing hanno conservato quasi intatta quella raffinitassima capacità di giocare con le immagini e colpirti lì, dove la tua sensibilità è più vulnerabile, dove i miliardi di innumerevoli flash e deja-vu della tua vita si intrecciano con i tuoi ricordi, e le tue visoni.

Io, questa città, l'ho vista mille volte.

24 settembre 2007

Il mondo superiore

"Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna, con l’entrata aperta alla luce e ampia quanto tutta la larghezza della caverna, pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli, incatenati gambe e collo, sí da dover restare fermi e da poter vedere soltanto in avanti, incapaci, a causa della catena, di volgere attorno il capo. Alta e lontana brilli alle loro spalle la luce d’un fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada. Lungo questa pensa di vedere costruito un muricciolo, come quegli schermi che i burattinai pongono davanti alle persone per mostrare al di sopra di essi i burattini. – Vedo, rispose. – Immagina di vedere uomini che portano lungo il muricciolo oggetti di ogni sorta sporgenti dal margine, e statue e altre figure di pietra e di legno, in qualunque modo lavorate; e, come è naturale, alcuni portatori parlano, altri tacciono. – Strana immagine è la tua, disse, e strani sono quei prigionieri. – Somigliano a noi, risposi; credi che tali persone possano vedere, anzitutto di sé e dei compagni, altro se non le ombre proiettate dal fuoco sulla parete della caverna che sta loro di fronte? – E come possono, replicò, se sono costretti a tenere immobile il capo per tutta la vita? – E per gli oggetti trasportati non è lo stesso? – Sicuramente. – Se quei prigionieri potessero conversare tra loro, non credi che penserebbero di chiamare oggetti reali le loro visioni? – Per forza. – E se la prigione avesse pure un’eco dalla parete di fronte? Ogni volta che uno dei passanti facesse sentire la sua voce, credi che la giudicherebbero diversa da quella dell’ombra che passa? – Io no, per Zeus!, rispose. – Per tali persone insomma, feci io, la verità non può essere altro che le ombre degli oggetti artificiali. – Per forza, ammise. – Esamina ora, ripresi, come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dall’incoscienza. Ammetti che capitasse loro naturalmente un caso come questo: che uno fosse sciolto, costretto improvvisamente ad alzarsi, a girare attorno il capo, a camminare e levare lo sguardo alla luce; e che cosí facendo provasse dolore e il barbaglio lo rendesse incapace di scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre. Che cosa credi che risponderebbe, se gli si dicesse che prima vedeva vacuità prive di senso, ma che ora, essendo piú vicino a ciò che è ed essendo rivolto verso oggetti aventi piú essere, può vedere meglio? e se, mostrandogli anche ciascuno degli oggetti che passano, gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa è? Non credi che rimarrebbe dubbioso e giudicherebbe piú vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate adesso? – Certo, rispose. E se lo si costringesse a guardare la luce stessa, non sentirebbe male agli occhi e non fuggirebbe volgendosi verso gli oggetti di cui può sostenere la vista? e non li giudicherebbe realmente piú chiari di quelli che gli fossero mostrati? – È cosí, rispose. – Se poi, continuai, lo si trascinasse via di lí a forza, su per l’ascesa scabra ed erta, e non lo si lasciasse prima di averlo tratto alla luce del sole, non ne soffrirebbe e non s’irriterebbe di essere trascinato? E, giunto alla luce, essendo i suoi occhi abbagliati, non potrebbe vedere nemmeno una delle cose che ora sono dette vere. – Non potrebbe, certo, rispose, almeno all’improvviso. – Dovrebbe, credo, abituarvisi, se vuole vedere il mondo superiore. E prima osserverà, molto facilmente, le ombre e poi le immagini degli esseri umani e degli altri oggetti nei loro riflessi nell’acqua, e infine gli oggetti stessi; da questi poi, volgendo lo sguardo alla luce delle stelle e della luna, potrà contemplare di notte i corpi celesti e il cielo stesso piú facilmente che durante il giorno il sole e la luce del sole. – Come no? – Alla fine, credo, potrà osservare e contemplare quale è veramente il sole, non le sue immagini nelle acque o su altra superficie, ma il sole in se stesso, nella regione che gli è propria."

Platone, Repubblica, 514d-515c

23 settembre 2007

Deaf Pedestrians ovvero come svoltare un pomeriggio noioso


Traccia consigliata: "Hail To The Geek" sul loro profilo MySpace (link nel titolo del post)

Are the horizontal lines parallel or do they slope?

Vite parallele. Noi e gli altri. Noi e i nostri vicini di casa, che tornano ad avere una faccia, un nome e un cognome solo quando cambiano macchina o si comprano il cane. Noi e gli altri automobilisti intorno a noi, imbottigliati nel traffico, con i loro gesti meccanici, le loro espressioni imbronciate, i loro finestrini appannati, che si affannano, si pettinano, si truccano, si scaccolano e poi sbuffano, sbaruffano, sbatuffolano con tutti e con tutto, bipedi o quattroruote, uomini o semafori. Noi e i nostri contatti messenger, di cui a volte ci dimentichiamo, ma a cui non neghiamo mai uno sguardo incuriosito al nick o un pettegolezzo veloce quando aggiornano i blog. Noi e le persone intorno a noi. In mezzo, distanze variabili, giochi di specchi che ammiccano, biblioteche che nascondono vani, vani che nascondono altri vani, tutti chiusi, tutti segreti. Forse tutto questo comunicare non è che un gioco di inganni, forse siamo davvero tutti presi dalle nostre vite belle diritte, belle solcate, e non ci concediamo mai deviazioni, non mettiamo mai in discussione i nostri schemi mentali. O forse è vero il contrario, forse le nostre vite apparentemente rigide, si allungano lì con la manina a toccare il più possibile, a sporgersi col collo per annusarsi, scrutarsi, fischiettarsi a vicenda. Da quale punto possiamo osservare le cose come sono veramente?


In fondo, il quinto postulato di Euclide nessuno lo ha mai dimostrato.

21 settembre 2007

Il cuore ha sempre ragione



Questa mattina mi sono svegliato con in mente questo vecchio spot ed era così "red" che non potevo non bloggarlo.

"Osservate con quanta previdenza la natura, madre del genere umano, ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell'uomo più passione che ragione perchè fosse tutto meno triste, difficile, brutto, insipido, fastidioso.Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri e dissennati godrebbero felici di un’eterna giovinezza.La vita umana non è altro che un gioco della Follia"

Erasmo da Rotterdam da L'elogio della follia

Andreon's New Clothes (presentatio)

Andreon's cambia pelle. Lo fa su un sito dove sono di casa grandi blogger, auto-cronisti d'eccezione, super-commentatori di professione.. e lo fa sperando di divertirsi (in primis) e di rispettarne gli standard..soprattutto "quantitativi", visto che in 1 e mezzo di esperienza MsnSpace ha dato prova di scarso..direi"senso del ritmo" nel pubblicare post.
Ma adesso Andreon's ha nuovi vestiti, o meglio non li ha affatto, quindi si sente in diritto di avere buoni propositi e anche di avere una presentazione d'eccezione. E per questo ho pensato di riproporre una citazione must, una vecchia conoscenza per i frequentatori del mio primo blog, liberamente copiata e incollata dai titoli di coda del film "The Big Kahuna".

Benvenuti nel mio nuovo blog.

The Big Kahuna

Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!
Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.
Rilassati!
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni,
sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.