21 settembre 2008

Sublime


In principio c'era l'Emicrania. Era una signora acuta, invadente, quasi SNERVANTE. Portava sempre i tacchi a spillo, anche a letto: diceva che il tic tic tic sulla ringhiera del letto le conciliava il sonno. Poverina, non si fermava un MOMENTO.
Poi venne l'Aspirina. Una signorotta frizzante, briosa, a tratti EFFERVESCENTE. Nonostante i colori appariscenti dei suoi tutini attillati, era una donna molto sciatta e SCADENTE. Ma dava ASSUEFAZIONE.
Neanche a dirlo le due si odiano a morte: quando litigano, si sente un baccano infernale e ti rimbomba tutto NEL CERVELLO. Se la prima viene a rovinarti la festa monopolizzando la tua attenzione, la seconda arriva poco più tardi e il suo fare soporifero TI STENDE DEL TUTTO.
In fundo c'era un gruppo di geni, un bimbo visto di rado, un urlo sommesso che divampa tra le cuffie dell'iPOD e un mucchietto di carte di Proust, a ricordarmi che il sublime "non sta in nessuna cosa della Natura, ma solo nell’animo nostro, in quanto noi possiamo riconoscerci superiori alla Natura".

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